Design

Con il termine disegno industriale (dall’inglese industrial design che significa progettazione industriale) si intende quel processo di progettazione che ha come scopo una futura produzione industriale, ma negli anni il termine ha assunto differenti significati sociali e include al suo interno numerose discipline legate al mondo della produzione industriale, quindi ricerche e analisi di mercato, marketing, concept design e progettazione.

Nello specifico possiedono conoscenze in merito coloro che sono in grado di svolgere la funzione di raccordo tra il momento di ideazione e quello di produzione coprendo le diverse attività:

  • progettazione del prodotto,
  • suo sviluppo,
  • ingegnerizzazione,
  • produzione.

Declinano i numerosi apporti tecnico-progettuali che conducono alla definizione del prodotto stesso, i designer possiedono conoscenze teoriche e tecniche caratterizzanti dei campi delle comunicazioni visive, multimediali ed interattive, inoltre sono in grado di applicarle nella progettazione e realizzazione delle relative interfacce comunicative, dei prodotti industriali e dei servizi.

Il “Disegno industriale” è una traduzione impropria di “industrial design”: in italiano, il disegno rimanda solo agli aspetti estetici di un oggetto industriale, mentre la definizione inglese di “design” abbraccia tutti gli aspetti della “progettazione.” In questa accezione “allargata” della parola inglese “design” va quindi intesa la seguente trattazione di “disegno industriale”.

La storia della progettazione industriale è molto lunga e articolata, quasi quanto la storia stessa della produzione industriale. Uno dei punti più discussi è proprio la nascita di questa disciplina, per cui esistono diversi approcci.

Il principale fa risalire l’origine al movimento artistico cosiddetto Arts and Crafts, nato in Inghilterra nel XIX secolo, non a caso dov’è nata la rivoluzione industriale, attraverso il quale si assiste allo sviluppo delle arti applicate. Per queste il processo artistico-creativo non è fine a sé stesso, ma ha come campo di applicazione fondamentale la concezione e realizzazione di oggetti d’uso comune; tale intento riceveva un impulso e si sviluppava nel suo innovativo rapporto con i moderni sistemi di produzione ed il progresso nell’utilizzo dei materiali; ciò significava l’uscita da ristretti ambiti artigianali a favore di una produzione seriale ed economica che consentiva di allargare enormemente il pubblico destinatario degli oggetti stessi. La questione della produzione in serie è centrale nella storia del design ma non ne caratterizza per intero la sua realtà.

Altri autori collocano la nascita del design come professione e campo di intervento più definito a inizio ‘900 con l’attività dell’architetto tedesco Peter Behrens per la AEG, per cui progetterà quasi tutto, dalle fabbriche, ai prodotti industriali fino alla comunicazione dell’azienda. Behrens definiva questa attività “riorganizzazione del visibile”. In realtà il termine “industrial design” nasce un po’ più casualmente negli Stati Uniti negli anni ’40, a quanto pare citato in un documento di un ufficio brevetti.

La storia del design prosegue e caratterizza tutto il XX secolo, laddove i mezzi per la producibilità in serie si intrecciano con le filosofie progettuali moderne, che vedono nell’oggetto costruito un “unicum” che tiene conto contemporaneamente delle valenze estetiche, funzionali d’uso e costruttive, tutte controllate in una logica che è tipicamente moderna e “razionalistica”; a padroneggiarla deve essere il designer, che assurge a figura di creativo-controllore di tutto il processo a beneficio di una fruizione il più possibile allargata, asettica e quindi per così dire “democratica” di quanto viene prodotto per poter assolvere ad un determinato scopo. Basti pensare, in tal senso, al contributo fondamentale fornito dalla scuola di arti applicate del Bauhaus, vera e propria fucina di idee, guida ed allo stesso tempo custode di una sorta di ortodossia dell’agire del designer nella società.

Nel secondo dopoguerra le tendenze razionalistiche della progettazione si evolvono, ma lo svilupparsi del mondo produttivo continua a trainare l’idea di una progettazione per il consumo sempre più allargato.

Esistono, e si sono succedute, numerose scuole di design, che si differenziano soprattutto in base all’approccio, o alla metodologia progettuale nonché alla collocazione geografica tanto che si parla di design italiano, giapponese, tedesco, …, ognuno con le proprie caratteristiche ben riconoscibili.

Terminologie del mondo del disegno industriale

Nel corso del tempo il concetto, l’approccio e gli strumenti dell’industrial design si sono articolati nei vari settori industriali e produttivi in cui ha trovato applicazione:

  • nel mondo della progettazione grafica e comunicazione visiva, si parla di “graphic design” e più di recente di “communication design” (design della comunicazione);
  • nel settore dell’automobile di parla di “car design”;
  • nel settore dell’abbigliamento si parla di “fashion design” (design della moda);
  • nel settore dell’arredamento di “furniture design” (design dell’arredo);
  • nel settore dell’illuminazione di “lighting design” (design della luce);
  • nel settore degli allestimenti di “exhibition design”;
  • nel settore del colore il “color design”;
  • nel settore del web si parla di “web design”.
  • nel settore della nautica si parla di “yacht design”.

Attualmente esistono molti campi applicativi in cui il design si è affermato, declinato a partire dalla radice primaria di industrial design.

Campi del disegno industriale

Fondamentalmente il mondo del disegno industriale può essere suddiviso in 3 grossi campi:

  • Design del prodotto
  • Design degli ambienti
  • Design della comunicazione

Più in dettaglio troviamo le seguenti sotto categorie:

  • Interior design
  • Fashion design

Ing. Carlo La Ferlita

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